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IL BREVETTO DI SALVATAGGIO

Se in una semplice trattazione di un brevetto dal punto di vista tecnico ci si limiterebbe ad analizzare, spiegare ed al massimo fornire consigli sull’addestramento e sulle tecniche da utilizzare per ottenere i migliori risultati, da un punto di vista metodologico bisogna capovolgere il tutto per poter osservare la cosa anche dal lato di come si sia giunti alla stesura dello stesso e quali siano state le motivazioni che hanno determinato tutte le scelte. Se ai più un brevetto può sembrare solamente l’elenco di prove che un cinofilo deve saper superare insieme al suo cane, in una stesura da parte di esperti dello stesso molte problematiche vengono affrontate e solamente la risoluzione delle stesse determina la realizzazione di un buon brevetto.

Innanzitutto non bisogna solamente valutare un numero ristretto di cani al lavoro, poiché se così si facesse si rischierebbe enormemente di avere un punto di vista troppo ristretto e fuorviato da considerazioni e convinzioni assolutamente non applicabili all’intera razza. Infatti, se il mio cane ed altri tre fanno senza problemi questo e quest’altro esercizio, non è assolutamente

Il presidio di salvataggio a Francavilla (Pescara)

detto che ciò possa essere riprodotto con facilità nell’addestramento di più cani. Si rischierebbe di lavorare a lungo e anche inutilmente su tipi di prove ed esercizi che mal si confanno alle caratteristiche psicologiche di una determinata razza canina. In secondo luogo non bisogna assolutamente confondere l’attrezzo che serve o può servire alla realizzazione di un esercizio, con l’esercizio stesso.

Ad esempio, nel lavoro in acqua vengono utilizzati in alcune nazioni dei manicotti galleggianti e dei manichini che tentano di riprodurre sia nelle forme che nei pesi la persona umana o parte di essa. Detti attrezzi sono dei mezzi e non dei fini. Ciò ad esempio è stato recepito perfettamente nella formulazione delle prove svizzere di brevetto sportivo, l’unico riconosciuto internazionalmente dalla F.C.I., che hanno soppresso nelle prove il manichino.

Ciò è stato dettato dalla chiara comprensione che il manichino è uno strumento propedeutico per insegnare ai cani la presa al polso della persona svenuta, può e deve essere eliminato, soprattutto dalle prove di brevetto, se il cane fa la presa al polso della persona. Infatti, in siffatta evenienza noi rischieremmo di perdere a lungo ed inutilmente tempo per insegnare qualcosa di utile al cane, qualcosa che è ad un gradino inferiore a ciò che lui sa già fare.

Non da ultimo vogliamo sottolineare che coloro ai quali è demandata la stesura di un brevetto dovrebbero almeno aver portato un loro cane a prove di lavoro ottenendo un numero sufficientemente elevato di brevetti. Ciò anche in linea con la direttiva francese che prevede che i giudici debbano avere almeno preparato un cane alle prove del terzo grado del brevetto francese. Se così non fosse sarebbe chiaro il rischio che le prove dettate siano solamente inventate e non debitamente studiate.

Nella stesura del Brevetto di Salvataggio Nautico per Unità Cinofile realizzato dalla Scuola Italiana Cani Salvataggio Nautico – Protezione Civile – Volontariato, affiliata alla Federazione Lombarda Associazioni Protezione Civile, tutte le problematiche che abbiamo esposto sino ad ora sono state attentamente soppesate. I cani che la Scuola ha studiato addestrandoli negli ultimi tre anni sono più di duecento, e solamente nel 1993 più di cento, portandone ben 90 alle prove sia dei brevetti sportivi nazionali e internazionali, che di salvataggio, sempre nel ’93.

Inoltre i corsi per istruttori svolti nel ’92 presso il Centre de Formation d’Equipes Cynophiles au Sauvetage Nautique, diretto dal francese Jean-Marc Durand, hanno permesso agli istruttori della Scuola della Protezione Civile di risolvere a livello teorico e pratico alcune problematiche tipiche della razza Terranova che si erano evidenziate e che la lunghissima esperienza del nostro amico, socio ed istruttore Jean-Marc, aveva già notato e risolto. Tutto ciò, unito alle numerosissime esercitazioni di Protezione Civile svolte in collaborazione e col supporto della Guardia Costiera – Capitanerie di Porto e dei suoi Uomini ed Ufficiali, che hanno profuso numerosissimi consigli e che hanno notevolmente aiutato gli istruttori della Scuola, hanno permesso sia di evidenziare dal punto di vista operativo una serie di esercizi e prove di salvataggio efficaci, sia di aumentare la credibilità dei Cani di Terranova come ausiliari dell’uomo per la salvaguardia della vita umana in mare.

L’essere riusciti ad imbarcare i cani da salvataggio sugli elicotteri dei carabinieri è stato sicuramente una delle tante dimostrazioni di vera operatività (U.C. Pasquale Donatella - Alyssha)

Ciò ha portato da parte delle Autorità alla stesura della prima ordinanza che coordina e riconosce ufficialmente l’operato delle Unità Cinofile Salvataggio Nautico della Protezione Civile, ordinanza che porta l’Italia all’avanguardia nel panorama cinofilo europeo.

Questo, unito ad una reale attinenza alle effettive capacità morfologiche e psicologiche della razza, come si può ben capire da quanto detto prima. Gli esercizi e le prove, infatti, assecondano la vera natura dei Terranova, aumentando l’istinto di salvataggio che è “in potenza” in loro, incanalandolo verso il migliore risultato, ottenuto chiaramente con il minimo del dispendio di energie. Quindi non si devono più sprecare lunghissimi tempi per ottenere ciò che è contrario all’indole della razza, ma si può velocemente e soprattutto efficacemente ottenere migliori risultati.

Successivamente, quando il cane avrà aumentato la sua preparazione, ci si potrà dedicare sportivamente ad insegnargli cose meno immediate e solo per questo apparentemente più difficili.

LE PROVE

Analisi tecnico-teorica

 
Il Brevetto di Salvataggio Nautico è diviso in due gradi: A=avanzato, O=operativo.

Vogliamo qui analizzare la prima parte del Brevetto, quella che è sotto molto aspetti la più innovativa, tanto è vero che si è già tentato di copiarla, anche se ritengo che, non avendone capito a fondo la filosofia, la copia non abbia superato per il momento l’originale, rimanendone solamente una brutta copia. 

Obbedienza dinamica


È sicuramente particolare sotto molti aspetti la prova dinamica di corsa col cane sulla spiaggia, ma soddisfa appieno la necessità che cane e conduttore sappiano lavorare velocemente all’unisono, cosa che con una prova statica di condotta al piede al passo di “lumaca” col cane che segue il padrone, o a fatica o trattenuto, certamente non veniva verificato. L’Unità Cinofila che deve effettuare un salvataggio deve essere in grado di percorrere centocinquanta metri di corsa con degli stop improvvisi, simulanti reali impieghi, arrivando in spiaggia ancora perfettamente in grado di tuffarsi in acqua e nuotare verso la persona in procinto di annegare.

Si chiede chiaramente una “performance” sportiva, ma è esattamente quello che vogliamo dalle Unità Cinofile brevettate. A dimostrare l’impegno che viene chiesto, ricordiamo che è necessario che il conduttore all’atto dell’iscrizione presenti un certificato medico di buona salute specifico per prove di salvataggio in acqua. 

Salvataggio a 2

 
È la prima prova reale di salvataggio che l’uomo ed il cane devono superare. La distanza da percorrere a nuoto è superiore ai settanta metri. Distanze inferiori farebbero ben dire agli esperti che “bastava allungare una mano per trarlo in salvo”.

I suggerimenti degli Ufficiali della Guardia Costiera che ci hanno chiesto una simile distanza, che deve essere percorsa, ricordiamolo, immediatamente dopo la corsa di 150 metri, vogliono infatti verificare le effettive capacità tecnico sportive dei due, uomo-cane.

Abbiamo detto tecnico sportive per un ben preciso motivo. La tecnica che il conduttore adotta nell’andare verso il pericolante in acqua è demandata solamente ad una personale scelta. Non è infatti obbligatorio nessuno stile o metodo. Il conduttore può sia, ad esempio, precedere a stile libero il cane raggiungendo per primo il figurante, oppure farsi portare dal cane con la particolare presa definita “a delfino”, dove il conduttore si attacca ai montanti posteriori dell’imbragatura marina da salvataggio del cane, risparmiando in tal modo preziose forze. Al cane, dopo che l’uomo ha afferrato saldamente il pericolante con una delle classiche prese di soccorso, è demandata la parte più impegnativa, quella cioè di “rimorchiare” i due a riva, vincendo, grazie alla particolare acquaticità e resistenza in acqua tipiche della razza Terranova, anche correnti che avrebbero sicuramente messo in difficoltà il conduttore che, libero dall’impegno di nuotare verso riva, può tranquillamente dedicarsi sia a tranquillizzare il pericolante, sia a praticare, se necessari, i primi soccorsi, non da ultimo la respirazione artificiale già in acqua.

Sotto il flusso rotore di un AB 212 del SAR Linate. si ricreano le condizioni di un salvataggio reale (Stefano -Kublaican)

Salvataggio mediante imbarcazione

 
Tale prova, dove la persona che simula di essere in procinto di annegare si trova ad una distanza superiore ai 150 metri, obbliga il conduttore a servirsi di un’imbarcazione dove il cane deve salire con naturalezza. Al conduttore è demandata la prova di voga, con a bordo il cane e nel preciso momento in cui è necessario il salvataggio, non, come sarebbe stato sicuramente più facile, “a secco”, come semplice e sola prova di voga.

Immaginando che un motivo qualsiasi non permetta di raggiungere direttamente con l’imbarcazione il pericolante (scogli, reti, bagnanti, risacca, bassi fondali con frangenti), il conduttore ed il cane devono tuffarsi, con la tecnica da loro ritenuta più opportuna, dall’imbarcazione di soccorso e raggiungere a nuoto, con le stesse procedure dell’esercizio precedente, il pericolante.

Anche in questo caso al cane, dopo la presa effettuata dal conduttore del pericolante, è demandato il rimorchio dei due.

Le tipologie geografiche nelle quali si svolge il Brevetto determinano la necessità di ritornare o meno all’imbarcazione.

Alla fine, raggiunta la riva, inizia la prova successiva teorico-pratica. 

Soccorso e rianimazione

 
Questa prova teorico pratica vuole verificare l’effettiva capacità del conduttore sia nelle tecniche di trasporto dell’infortunato che in quelle di rianimazione, suddivise in respirazione artificiale e massaggio cardiaco.

Inoltre, è richiesto che sappia coordinare i soccorsi riuscendo a mobilitare sia quelli lontani, Guardia Costiera, Ambulanza, Polizia, che quelli vicini, rappresentati da delle persone che collaborano solo se gli viene espressamente detto ciò che devono e non devono fare, come infatti succederebbe in una situazione reale.

A queste prove è sempre obbligatoriamente presente nella commissione giudicante un medico, poiché solo a lui può essere demandata la decisione se promuovere sugli argomenti predetti il candidato.

Salvataggio con cima

 
È forse il più innovativo, efficace, rapido e sicuro metodo di salvataggio servendosi della collaborazione di un Terranova.

Mentre il conduttore rimane o a riva o sull’imbarcazione di soccorso, il cane viene inviato, vincolato dall’imbragatura marina di salvataggio tramite una cima galleggiante fissata con uno speciale moschettone di sicurezza a sgancio rapido, sul pericolante.

Adottando tale tecnica, anche nella malaugurata ipotesi che la persona in procinto di annegare possa, aggrappandosi con forza al cane, rischiare di farlo annegare, il conduttore, applicando una forte e decisa trazione sulla cima all’atto di recuperarla, determina una sorta di planata dei due sull’acqua, in modo tale che il cane possa tenere la testa fuori. Inoltre l’uomo, tirando la cima, abbrevia enormemente il tempo di rientro dei due, cane e pericolante. 

Recupero di un oggetto alla deriva

 
Tale prova vuole verificare che il cane sappia effettivamente recuperare un oggetto che si trova già in acqua, situazione sicuramente molto più realistica di quella in cui il cane va a recuperare un oggetto che viene lanciato in acqua alla sua presenza e solamente dopo che se ne è attirata l’attenzione. Si vogliono verificare, ancora una volta, come in tutti gli esercizi del Brevetto, le capacità dell’Unità Cinofila di risolvere una situazione il più realistica possibile, non confondendo come si è più volte fatto, esercizi che dovrebbero essere inseriti solo in un discorso di addestramento, con quelli di reale impiego.
 

Rimorchio battello a riva

 
In questo esercizio si valutano due capacità del cane: quella di riportare a riva il battello, dopo essere entrato in acqua, dirigendosi decisamente verso di essa, e l’effettiva forza del cane, al quale per l’appunto è demandata l’opera del rimorchio.

Anche per questo esercizio la tecnica di lavoro deve essere decisa dal conduttore, poiché riteniamo che un Brevetto non debba e non possa né imporre né giudicare i metodi di addestramento e di lavoro dell’Unità Cinofila se portano ad un risultato positivo e dimostrano un reale affiatamento tra i due.

Sono chiaramente molto penalizzate le prove nelle quali venga forzato l’operato del cane.

Il Terranova Mas (Ferruccio) rimorchia a riva una barca a vela molto pesante durante le riprese televisive per Rai 3

Considerazioni finali 

Da tutto quello che si è detto sino ad ora risultano inequivocabilmente alcuni dati di fatto:
- Il Brevetto tende a verificare con realismo l’effettiva capacità dell’Unità Cinofila di trarre in salvo una persona in procinto di annegare, anche con difficoltà evidenti di performance sportive.

- Viene attentamente controllato il reale affiatamento cane-padrone, senza del quale è impossibile che il Brevetto possa essere superato.

- Viene accresciuto l’istinto di salvataggio del Terranova, peculiarità unica di detta razza, tanto da essere citata persino nello standard F.C.I..

- Si chiede che i due sappiano utilizzare correttamente sia un’imbarcazione che una cima galleggiante, che sappiano nuotare insieme e che conoscano una serie di ordini in acqua, come: Avanti - Gira - A riva - Resta ed altri.

Le prove di Brevetto hanno inoltre la prerogativa di poter essere riprodotte senza un numero eccessivo di variabili, che altrimenti pregiudicherebbero la costanza delle stesse e lo standard qualitativo omogeneo che un Brevetto di Salvataggio richiede.

Ricordiamo da ultimo che la commissione di esame è composta da almeno tre membri, in modo tale da non rischiare che un punto di vista unico possa essere troppo limitato e discutibile.

Inoltre la prova teorico pratica è supportata da uno speciale manuale di salvataggio ad uso delle Unità Cinofile, specificatamente preparato. Questo permette che siano ben chiare le materie di esame e che non si corra il rischio che un candidato venga bocciato per la classica “domanda tranello”.

Il Brevetto di Salvataggio ha, ad ulteriore garanzia di serietà, validità annuale. Non sarebbe possibile pensare che esso valga per tutta la vita. Serietà, lavoro, impegno e costanza sono infatti necessari per preparare e mantenere in efficienza un’Unità Cinofila.

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