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I CANI DA SALVATAGGIO NAUTICO:
SALVATAGGIO O PASSATEMPO

(a cura del C.C. Corrado Gamberini, ufficiale della Guardia Costiera, comandante del CP 401)

Sono ormai quattro anni che sono entrato a far parte della Scuola Italiana Cani da Salvataggio Nautico di Seriate (BG) e l’entusiasmo del suo Direttore Ferruccio Pilenga nella ricerca di prove sempre più impegnative e realistiche ci trascina tutti in questa meravigliosa avventura che ci porta a perdere tempo, sonno, soldi… ma ci piace, soprattutto nel vedere sempre più spesso realizzati in interventi reali di salvataggio gli esercizi fino a quel momento provati quasi per gioco. Ricordo come fosse ieri il mio incontro decisivo con Ferruccio, ero appena rientrato in Italia da una lunga missione in Albania, con l’unità della Guardia Costiera al mio Comando, e quindi ero appena frastornato dal ritmo di vita italiano (ormai quasi dimenticato). Ci fu ad Ancona una esercitazione della Scuola con alcuni cani di Terranova ed io mi trovavo quasi per caso con il mio Pastore Tedesco Pegaso, vissuto per due anni a bordo della M/V CP 259 della Guardia Costiera (con noi in Albania) che, naturalmente, aveva acquisito doti nautiche ed acquatiche non comuni alla maggior parte dei colleghi della sua razza! Ferruccio lo vide e mi propose di tentare l’addestramento di salvataggio in acqua insieme ai Terranova. Non me lo feci ripetere due volte ed iniziai un durissimo addestramento che portò il cane a brevettarsi in poco tempo ed io a perdere oltre 10 chili… Ne risultò un esperimento molto interessante, tra lo stupore di noi tutti nel vedere un Pastore Tedesco imparare a nuotare come un Terranova, ma conservando l’agilità, l’acume ed il coraggio tipico dei “lupi”, a fronte di una non comune tranquillità di Pegaso, anche nei confronti degli altri cani. Unico inconveniente, rispetto ai Terranova: l’assenza di protezione termica, che blocca l’attività durante i mesi invernali. Nel tempo, sfruttando l’esperienza derivata dalla mia esplicita professione (Ufficiale della Guardia Costiera, con moltissimi anni di servizio di soccorso in mare sulle motovedette), ho allacciato uno stretto rapporto di lavoro con la scuola, analizzando gli esercizi dei brevetti e modificandone quelli “poco realistici”, introducendone nel frattempo dei nuovi, sulla base delle situazioni reali di emergenza più comuni già vissute. Così, un po’ il collega Pilota Comandante del Soccorso Aereo dell’Aeronautica Militare (anche lui nell’avventura della scuola), un po’ io, abbiamo aiutato Ferruccio Pilenga a trovare un addestramento cinofilo il più possibile pratico ed efficace, facendo fare ai nostri cani le cose più impensate (tuffi da grande altezza da banchine, imbarcazioni e scogli, nuoto con mare mosso ed addirittura per brevi tratti in immersione sotto le creste delle onde, tuffi da elicotteri, senza tralasciare l’utilizzo di accessori per il soccorso (abbandonata la classica ed ingombrante “ciambella”, si parla del galleggiante di salvataggio a siluro, di cime galleggianti, oppure di tuffi in mare da un’imbarcazione in movimento). Tutto ciò mantenendo, di comune accordo, un addestramento particolare che lasci al cane un minimo di iniziativa in acqua, a seconda delle circostanze variabili che nella realtà si vengono a creare, così che il cane ad esempio possa raccogliere 5 o 6 persone diverse mentre il conduttore presta attenzione ai più bisognosi, per poi congiungersi in un grappolo di vite rimorchiate tutte a riva, oppure la decisone (in mancanza di ordini precisi) del cane di dirigere a terra oppure su un’imbarcazione in avvicinamento, se questo risulta più conveniente, oppure ancora ritornare autonomamente sul naufrago e conduttore in caso venga mollata la presa. Tutto ciò consente al conduttore di concentrarsi sul naufrago, sicuro che il cane adotti nel momento con prontezza le azioni più opportune e operative, allo scopo di aumentare le possibilità di salvataggio del malcapitato.

Pegaso in un momento di relax

Non nascondo che per arrivare a questo è necessario un addestramento durissimo, che comporta un allenamento al nuoto consecutivo di parecchie centinaia di metri, in condizioni di mare mosso e spesso in mezzo ai frangenti che sommergono cane e conduttore.

A tutto questo si aggiungono innumerevoli esercitazioni con la Guardia Costiera, con gli elicotteri del Soccorso Aereo, dei Vigili del Fuoco, ecc. fino al riconoscimento ufficiale del brevetto da parte della Guardia Costiera. E i risultati si vedono, sono ormai decine le persone salvate dalle Unità Cinofile della Scuola (sia in mare che nelle acque dei laghi) e molte sono inserite nei ruolini della Protezione Civile a fianco delle Unità Cinofile di superficie del C.A.I. (Soccorso Alpino). Addirittura quest’anno un presidio di salvataggio del programma “spiagge sicure” della Guardia Costiera ha autorizzato un militare (appartenente alla scuola di Pilenga) a prestare servizio estivo, sul litorale di S. Benedetto del Tronto, in divi-sa… con il cane Terranova addestrato alla scuola. Mentre a Numana (AN) si può vedere il Nucleo Operativo di Intervento della Protezione Civile operare lungo il litorale con la prima imbarcazione ambulanza: se a bordo notate un Pastore Tedesco con imbragatura gialla e rossa, orecchie dritte vigile sull’acqua, con un signore con la barba al suo fianco, quello è Pegaso con il sottoscritto, che non soddisfatto di accompagnarmi nelle missioni di soccorso con le unità della Guardia Costiera, ha deciso di prolungare il proprio servizio in mare con la Protezione Civile. In questa atmosfera di “entusiasmo operativo” che tutti noi viviamo, ho accolto con estremo interesse e felicità la notizia comunicatami dall’amico Ferruccio che un’associazione di allevatori di razza ha modificato le proprie prove ed attività indirizzandole ad un impronta finalmente “operativa” che possa contribuire all’attività di volontariato tesa a salvare vite umane in pericolo, addirittura accettando tra i suoi “brevettandi” anche Unità Cinofile di razze diverse dai Terranova e prive di pedigree (“… era ora …” mi sono detto). Ma l’entusiasmo è crollato quando sono entrato in possesso del regolamento delle prove attitudinali ed operative per l’acquisizione del brevetto di salvataggio nautico di questa associazione di allevatori. Sono rimasto perplesso, infatti, da alcune prove “astratte” che poco hanno a che vedere con le reali condizioni di pericolo che mediamente si vengono a creare in acqua.

Il tuffo dall’elicottero è senz’altro il banco di prova finale dell’operatività dell’unità cinofila (U.C. Ferla Laura - Athéna)

Leggo, ad esempio:

“Gli esercizi possono essere ripetuti 2 volte”: che significa? Forse sarò abituato male, ma in caso di reale emergenza il naufrago o si salva al primo tentativo o si risponde della sua vita di fronte alla legge ed a Dio! “nuoto per 15 minuti”: con quali condizioni meteomarine? Ad esempio, si notano i cani “allievi” che frequentano la scuola (alle prime armi…) che generalmente non hanno esitazioni a scendere in acqua con il conduttore… se è calmo! Diversamente non entrano in acqua, almeno per i primi tempi, limitandosi ad abbaiare della riva. Solamente dopo un duro addestramento si lanciano anche dentro i frangenti di un mare mosso, affiancando il conduttore e cercando l’obiettivo (se non è stato ancora avvisato). Ed è proprio in queste condizioni difficili che nascono la maggior parte delle emergenze!

“recupero/riporto di persone”: a che distanza è posta la persona? Deve essere avvistata dal cane oppure è sufficiente ricevere l’ordine dal conduttore? Spesso capita che il malcapitato si trovi a 100/200 metri dalla riva ed il cane non riesce ad avvistarlo, anche in relazione alla minore altezza visiva. È addestrato il cane a seguire il conduttore ed a lanciarsi in acqua (sempre con mare mosso) anche senza che sia stato ancora avvistato l’obiettivo?

“tuffi da grandi altezze (oltre 2 o 3 metri)”: perché non sono previsti dalle prove? Un paio di salvataggi reali eseguiti lo scorso anno da Unità Cinofile della scuola di Pilenga sono partiti proprio da banchine di porti o canali alte circa 3 metri sull’acqua. E se il cane non si tuffava…?

Le perplessità sono aumentate leggendo l’articolo di stampa di presentazione dei nuovi brevetti, e mi sono stupito ancora di più. È vero, io non sono ancora un esperto di associazioni cinofile (ci vorrà ancora del tempo…), ma quando si parla di accordi ed intese ho trovato una serie di sigle (come si usano in ambito militare) ma solo e soltanto di associazioni di allevatori o cinofili. Forse le mie considerazioni derivano dalla mia profonda ignoranza in materia cinofila, ma io credevo che per parlare di soccorso in mare (e ripeto, soccorso…), anche se prestato con dei cani, bisognava ricercare gli interlocutori (per i consigli tecnici sugli esercizi o la loro approvazione operativa) tra gli esperti del settore, tra l’altro unici responsabili della salvaguardia della vita umana in mare riconosciuti dalla legge: parlo di Marina Militare, Guardia Costiera, Federazione Italiana Nuoto, ma non ho trovato questi nomi nell’articolo che ho letto, fatta eccezione per la F.I.N. che è interessata in causa perché il conduttore deve essere in possesso del brevetto di salvamento a nuoto. Per un attimo cerco di rammentare quante sono state le convocazioni che mi ha fatto l’amico Ferruccio per far parte delle Commissioni dei brevetti nella scuola (quale “esperto nautico”); oppure quando io stesso ho sostenuto la prova di brevetto con Pegaso… assurdo, in Commissione c’era un mio collega della Guardia Costiera, allora Comandante della Capitaneria di Porto di Civitanova Marche! Non sono animato da spirito concorrenziale contro le associazioni solo perché io posseggo un Pastore Tedesco e sono iscritto alla Scuola di Pilenga. Sono solo fermamente convinto del volontariato ed al suo supporto cinofilo… anche in acqua, non solo per passatempo! Probabilmente continuerò a seguire la Scuola Italiana Cani da Salvataggio Nautico insieme a Ferruccio Pilenga, aperta con chiunque alla collaborazione e, perché no, al confronto, ricercando come al solito di migliorare il nostro servizio, visto che alla fine lo scopo è quello di aiutare le Istituzioni dello Stato a salvare vite umane in pericolo… e finora lo stiamo facendo!

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