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Girare uno Spot Pubblicitario:

una grande impresa ma anche una grande soddisfazione

Stefano guarda incuriosito la preparazione delle cineprese per girare il film

Nessuno si sarebbe mai aspettato che il documentario di National Geographic, con protagonista il vecchio Mas, oltre a mostrare al mondo il lavoro dei nostri cani da salvataggio, leader nel settore a livello mondiale, generasse quello che poi è accaduto.

L’anno scorso sono stato contattato da una grande ditta di pubblicità statunitense che voleva sapere se eravamo in grado di ricreare uno dei salvataggi del mio vecchio terranova Mas. La risposta da parte mia è stata sicuramente di sì.

Mi lusingava che dagli Stati Uniti, per ricreare un salvataggio, dovessero venire armi e bagagli addirittura in Italia per trovare dei cani di Terranova che fossero in grado di girare una ricostruzione.

Le richieste della produzione erano incessanti e dettagliatissime.

Non si trattava semplicemente di ricostruire quello che aveva fatto Mas, ma di decidere locations, casting, sopralluoghi, prove, cani, controfigure dei cani. 

Non bastava che il cane sapesse fare il suo mestiere, era necessario che facesse esattamente quello che volevano cliente, creativi, produttore, regista, direttore della fotografia!

Tutto ripetuto più volte alla ricerca dell’inquadratura perfetta.

In più le scene in acqua dovevano essere girate con onde artificiali create all’uopo e anche alcune durante operazioni di elisoccorso con l’elicottero in hovering a mezzo metro dall’acqua, con aria e acqua nebulizzate.

Quasi una tempesta perfetta.

Le difficoltà sono state veramente enormi e solo il fatto che la Scuola sia in realtà una grande squadra di esperti ha permesso a tutti noi di riuscire con successo nell’impresa.

Accontentare creativi e cliente USA, produzione irlandese e assistenza tecnica italiana è stata veramente un’impresa per i nostri cani.

Le scene erano state studiate nei dettagli e le locations erano molteplici.

Un prato in collina con lo sfondo del lago al tramonto per la scena iniziale nella quale il cane corre libero e spensierato.

Ripetere la stessa venti o trenta volte può dare l’idea dell’impegno. Cambiava l’inquadratura, la luce, l’obbiettivo, tutto in pellicola.

Quindi silenzio, row video, row camera, Action!

Ferruccio in attesa del ciak per la scena dove il suo amico fedele, Mas lo trascinerà fuori campo

Poi lungo il lago dove il cane doveva strapparmi fuori della scena.

Ripetuta all’inverosimile, cambiando cani, tutti preventivamente toelettati e tinti allo stesso modo per sembrare cloni.

Addirittura Stefano Zambelli doveva sembrare me quindi via scarpe, orologio, tuta da volo, ci siamo scambiati tutti i vestiti in modo da essere dei sosia. Alla fine hanno montato la prima scena girata, della serie “era buona la prima”.

Poi in piscina dove il cane doveva tirare un bananone con su una decina di bambini di tutti i colori, come se fosse il gioco che normalmente Mas faceva in piscina come allenamento.

Decine di riprese, da tutte le angolature possibili, sia con cineprese fisse che a spalla, oltre ad una Idroflex, cinepresa 35 mm subaquea con lenti panavision fatta giungere apposta dall’Inghilterra. Inoltre i tempi tecnici per cambiare la pellicola, soprattutto della cinepresa subaquea, creavano dei tempi morti ai quali i cani non erano abituati.

Di tutto il lavoro durato oltre mezza giornata con un impegno notevole soprattutto dei nostri cani non è stato montato nemmeno un fotogramma. Cose che capitano.

Poi si è passati alle scene in cui davo la pappa al cane. Il cibo americano di cui il mio cane era testimonial, non era ancora commercializzato negli USA, e la casa madre me ne aveva mandato mezza tonnellata via aerea. Questa spedizione ha richiesto addirittura una deroga dal Ministero della Salute per essere sdoganata, non essendo ancora importato allora questo prodotto in Italia. La spesa della spedizione via aerea e dello sdoganamento é stata elevatissima, ma i nostri cani hanno mangiato per oltre un anno il prodotto innovativo per la pulizia dei denti che solo oggi è arrivato da noi.

Se dare la pappa al cane può sembrare un gesto semplicissimo, provate a farlo venti o trenta volte, da cinque direzioni diverse, tutte le volte bisognava interrompere il cane e ricominciare. Un supplizio di tantalo.

Finite le scene, il giorno dopo, nella nuova location, la produzione si è portata addirittura un pezzo del set della scena della pappa per girare le ultime inquadrature strette che mancavano di quella serie.

Poi si è iniziato con l’elicottero, e lì il mio cane ha iniziato veramente a divertirsi.

Si doveva girare l’imbarco, poi il volo ripreso sia dall’interno che dall’esterno con il cineoperatore  appeso fuori con la cinepresa in spalla: come nei film.

Le scene dei tuffi dei cani dall’elicottero sono state le più facili, il regista si è accontentato di tre lanci, quando noi ne avevamo programmati oltre dieci.

Dove però non si sono assolutamente accontentati sono state le riprese in acqua dove i cani hanno dovuto faticare non poco per accontentare il regista.

Il cane dopo essersi tuffato dall’elicottero doveva andare alla barca a vela capovolta e semiaffondata con quattro naufraghi che si appigliavano come potevano alla deriva e alla barca stessa, prendere la cima che gli veniva data e andare dove, non l’istinto l’avrebbe guidato ma bensì esattamente dove voleva il direttore della fotografia.

Uno sforzo veramente al limite.

Il terranova Sara simula il recupero dei naufraghi in condizioni di mare mosso. La difficoltà di questa ripresa, sta nel portarli dove richiede il regista e non dove il cane pensi sia più facile e veloce per la loro incolumità

Oltre a Mas è stato il terranova Sara di Ottavio Atzeni a dover affrontare lo sforzo maggiore. Avevamo deciso di avvalerci di questo splendido terranova per la determinazione con la quale quando prende una cima in bocca a nessun costo è disposta a lasciarla.

Una determinazione nelle operazioni di salvataggio assoluta ed encomiabile.

Le scene sono stare come al solito ripetute tantissime volte, sia con onde molto alte ricreate artificialmente che con addirittura la tempesta ricreata dall’elicottero in hovering sul pelo dell’acqua, veramente condizioni difficilissime per poter operare un salvataggio, ancora di più per girare delle scene, con esigenze che nulla hanno a che vedere con la realtà alla quale i nostri cani sono abituati.

Non da ultimo ci è stato richiesto di girare una delle scene più difficili previste dal copione.

Il cane con la cima in bocca trainando i naufraghi e la barca stessa doveva dirigersi verso l’elicottero, in hovering a pochi centimetri dall’acqua.

Chi ha presente cosa significa il flusso rotore e il vento e le onde che esso crea può vagamente immaginarsi di cosa parlo.

Questa è stata la scena di Dakota, il terranova di Elsa. Si è fatta guidare da me verso l’elicottero contro il vento creato dallo stesso, e il massimo è stato quando siamo giunti sotto ai pattini e io in acqua e Stefano Zambelli che era appeso fuori dall’elicottero ci siamo agganciati con le mani. E’stato veramente incredibile e sarei stato in grado di issare il cane e i naufraghi dall’acqua, oltre che a me stesso naturalmente.

Questa è stata la scena conclusiva oltre a quella facilissima dove, con i naufraghi a bordo dell’elicottero, viriamo improvvisamente per portarli in salvo.

Ora lo spot è andato in onda negli Stati Uniti e sta andando in onda in Germania.

Vedremo  cosa succederà.

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