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Il Cane Migliore d’Italia

Erano anni che volevo rispondere a quella persona che durante un esercitazione aveva detto: ”oggi lavora “pippo”, il cane migliore d’Italia, gli altri guardano”. Purtroppo io non ero presente e i miei amici che erano lì avevano lasciato correre. Rispondo oggi, meglio tardi che mai. Se qualcuno considera il suo cane il migliore, o anche quello di un altro, in maniera così assoluta, commette un  bel po’ di errori: per prima cosa coltivare l’idea di addestrare un cane perché possa essere il migliore è da sciocchi, soprattutto in Protezione Civile. A me non serve un cane che bagni il naso a tutti, per potermene vantare con gli amici, per poter avere lo scaffale della libreria pieno di coppe, coppettine, medaglie e medagliette. Potermi vantare che il mio cane arriva per primo battendo tutti, è cosa veramente stupida. Noi cinofili che ci occupiamo di cani di pubblica utilità, cani che devono salvare la gente, sia in acqua, che su macerie, persone scomparse o sepolte da valanga, dobbiamo  mirare ad avere molti cani bravi, non il migliore di tutti. Se io avessi il cane migliore d’Italia, ma il giorno che mi chiamano per un salvataggio il mio cane non sta bene, o sono troppo lontano, che faccio?  Mando le schiappe? o ignoro la richiesta? Che addestratore sono se non ho la Squadra dei cani migliori d’Italia?

Ferruccio e Mas. Quello che conta è saper addestrare tanti cani che stanno sulle spiagge per salvare chi sta annegando

Mi sovviene quella frase di un famoso addestratore che commentando i successi sportivi di un cane, aveva aggiunto che il padrone valeva poco in confronto al cane che aveva la fortuna di possedere. Era il cane che valeva veramente. Un grande cane, con delle grandi doti. Il problema si sarebbe avuto col nuovo cane, magari meno dotato del primo. Se non si ha un metodo che estrae anche dai cani meno validi dei cani eccezionali, negli anni, si concluderà poco o nulla. Inoltre se si vorrà fare della competizione, in Protezione Civile e nel salvataggio, si sarà molto limitati. Non conta il cane migliore, conta la Squadra, conta saper addestrare tanti cani che siano sulle spiagge per salvare chi sta annegando. Quelle sono e saranno le vere medaglie, non quelle di latta delle gare. Non conta assolutamente chi arriva primo, ma chi partecipa e passa il brevetto. Negli anni Mas ai brevetti in Italia ma soprattutto all’estero, è arrivata prima molte volte, ma non me ne vanto, non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Quello che veramente conta che i brevetti siano stati presi, e soprattutto che l’esperienza accumulata  sia poi stata trasmessa  di cane in cane, dal vecchio Mas al nuovo Mas.

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